Diamante. Il commissario cittadino di Idm Salvatore Baronelli: “Ora è tempo di agire”
Torna in campo Salvatore Baronelli, commissario cittadino di Idm Diamante. Nei giorni scorsi la nomina, oggi, invece, Baronelli vuole ringraziare tutti coloro che hanno dimostrato affetto e fiducia per l’incarico assegnatogli. Al suo fianco anche il consigliere di minoranza di Diamante, Pino Pascale, nominato vicesegretario regionale di Italia del Meridione. “Non voglio più restare a guardare. – spiega Baronelli – È tempo di agire. Voglio essere la voce di chi si sente dimenticato. Voglio lottare per gli ultimi, per chi è stato messo ai margini. Voglio restituire speranza a chi l’ha persa, voglio essere un punto di riferimento per chi non si sente ascoltato”.
Il comunicato stampa di Salvatore Baronelli
Amici miei,
siete stati in tantissimi a dimostrarmi affetto e fiducia per il mio nuovo incarico, una scelta maturata dopo lunga riflessione e, soprattutto, grazie a molti di voi che hanno voluto che mettessi le mie energie al servizio della Calabria, dando il mio piccolo e modesto contributo per il suo sviluppo.
Oggi torno a mettermi al servizio della nostra gente, della nostra terra, per il Sud, perché non possiamo più accettare che resti indietro, abbandonato e dimenticato. Lo faccio insieme al mio compagno di viaggio, Pino Pascale, vicesegretario IDM alla Regione Calabria, uomo che stimo profondamente per la sua rettitudine e correttezza. La Calabria merita di più.
Mi ero allontanato anni fa, deluso da un sistema che anteponeva gli interessi di pochi al bene di tutti. Non ho mai cercato cariche istituzionali importanti, nemmeno quando ero nel direttivo di un noto partito, e non le cercherò mai. Allontanarmi fu una mia scelta, libera e consapevole.
Quello che ho sempre voluto, invece, è stare dalla parte di chi non ha voce, di chi è ai margini, di chi viene ignorato. L’ho fatto anche a costo di scontrarmi con gli esponenti della mia stessa corrente politica, fino a una rottura inevitabile. Ma quando ho lasciato quei meccanismi di potere, l’ho fatto a testa alta. E sapete perché, amici? Perché ero pulito. Perché non ho mai accettato compromessi per convenienza, né ho mai usato la politica per favorire amici e parenti. L’ho fatto senza cercare poltrone, senza accettare scorciatoie, con la schiena dritta e il cuore leggero. Altri l’hanno fatto, ma io no.
Oggi, però, non voglio più restare a guardare. È tempo di agire. Voglio essere la voce di chi si sente dimenticato. Voglio lottare per gli ultimi, per chi è stato messo ai margini. Voglio restituire speranza a chi l’ha persa, voglio essere un punto di riferimento per chi non si sente ascoltato. Perché la Calabria non è terra di rassegnazione, ma di dignità e coraggio. E insieme, con determinazione e amore per questa terra, possiamo farla rialzare.
La Calabria non è solo ciò che di brutto viene raccontato. È il calore della nostra gente, la bellezza dei nostri paesaggi, la storia che scorre nelle nostre strade e la forza di chi, ogni giorno, si rimbocca le maniche. Ma dobbiamo essere onesti: ci sono cose che non vanno, e chi ama davvero questa terra non può ignorarle.
Uno dei problemi più gravi è la sanità. L’ho vissuto sulla mia pelle quando mia madre si è ammalata. Non c’erano strutture adeguate in Calabria, e siamo stati costretti a portarla al Nord. Ricordo Maria, una madre che ho incontrato lì, che non aveva abbastanza soldi per curarsi ma non aveva scelta. E Giuseppe, un ragazzo che aveva venduto tutto per pagarsi le cure. Non è accettabile che il diritto alla salute dipenda da dove vivi o da quanto possiedi.
E poi ci sono le infrastrutture, un’emergenza che non può più essere ignorata. La strada ionica, tristemente nota come la “strada della morte”, continua a mietere vittime. Ogni anno si registrano centinaia di incidenti, spesso mortali. È inaccettabile che nel ventunesimo secolo questa sia ancora la realtà per chi vive qui.
Le reti ferroviarie sono un altro scandalo. Sul versante ionico, una vera linea ferroviaria non esiste. Interi territori sono isolati, tagliati fuori da ogni possibilità di sviluppo. È come se fossimo condannati a restare fermi, mentre il resto del Paese va avanti.
Non possiamo accettare che questa sia la normalità. Dobbiamo lottare per una Calabria con infrastrutture sicure, moderne, degne dei suoi cittadini. Il cambiamento non è un sogno irraggiungibile: è una battaglia da combattere insieme. Uniti possiamo farcela.