CALABRIA. AIETA. “ATTESA PROLUNGATA DI QUALCUNO O DI QUALCOSA”. LA NATURA, IL TEATRO E LA RIFLESSIONE
Tra il canto delle cicale, il gorgoglio di un ruscello, una brezza estiva che porta con sé l’odore del fieno. Benvenuti al Teatro dei Mulini di Aieta, un luogo strappato all’incedere del tempo, consegnato all’arte, alla riflessione e al riposo. Qui anche i cellulari perdono il segnale e qualcuno esclama: “Cosa vuoi di più”.
Ieri, giovedì 28 luglio, è andata in scena per la terza volta “Attesa prolungata di qualcuno o di qualcosa”, opera teatrale scritta da Pasquale Lanzillotti, tratta da “Aspettando Godot” di Samuel Beckett. L’iniziativa ha unito l’Ente Valorizzazione Aieta, l’associazione Ginepraio e l’amministrazione comunale del borgo tirrenico in un sodalizio che non si fermerà certamente a questo spettacolo, ma che ha già in serbo altri progetti.
Attesa, dolce attesa, di cosa o di chi? In un gioco di battute in cui si alternano Pasquale Lanzillotti, Elvira Scorza e Chiara Barassi; in una serie di mimiche facciali che istigano il pubblico a reagire, a invadere la scena gridando a gran voce che nessuno arriverà; la rappresentazione teatrale strappa amari sorrisi ai presenti, perché nell’assurda attesa del “signor Godot”, che rimanda sempre la sua “apparizione”, mandando un suo emissario a informare l’astante “Oggi Godot non può, ma domani sarà qui”, si intrecciano tutti quei significati, tutti quei quesiti che ci poniamo quotidianamente sul nostro modo di pensare, di sperare escludendo però l’agire, di guardare impassivi alle ingiustizie commesse, di continuare a farci nel male nonostante tutto sia stato svelato davanti ai nostri occhi.
E non è un caso che l’emissario che viene ad annunciare che “Godot non verrà neanche oggi”, interpretato da Noemi Marsiglia, arrivi suonando con il suo organetto una melodia ironica, pungente, quasi volesse dire “Svegliati fesso. È tutta una presa in giro”.
Chi attende cosa? Nella valle dei Mulini, lo spettacolo si fa tutti insieme. Nessuno è protagonista in quest’opera, anche il pubblico è parte attiva dello spettacolo. “Siamo tutti in attesa, tutti illusi, tutti vorremmo andarcene e magari dire ‘stammi bene Godot’, ma lì restiamo”. E quando la rappresentazione finisce davvero e gli attori salutano il pubblico, si resta un altro po’, tra la natura, perché qui il sipario mai calerà.
Le prossime date di “Attesa prolungata di qualcuno o di qualcosa” saranno l’undici agosto e il venticinque agosto.