25 NOVEMBRE. UNA RISPOSTA CULTURALE ALLA VIOLENZA DI GENERE
Il calendario scandisce lo scorrere dei giorni e almeno una volta l’anno segna la data del 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne. Come tante altre, dal 25 aprile al 27 gennaio, le giornate celebrative sono riempite di buone intenzioni e svuotate da gesti e parole, simbolici ma poco efficaci.
Bisogna, innanzitutto, riconoscere che la violenza di genere è un fatto culturale e sociale. Non si manifesta (solo) con i lividi e il femminicidio, la violenza è soprattutto psicologica. La cultura di violenza è nascosta e sottesa, è propria tanto degli uomini quanto delle donne ed è tanto più difficile da riconoscere quanto più è stata interiorizzata.
La cultura di violenza è quella che relega le donne al focolare; che rende accettabile l’esser pagate meno rispetto agli uomini pur pari di grado; che porta a subire le molestie in silenzio per timore di una vendetta, di non essere credute, di essere additate.
Come sottolinea la dott.ssa Alessia Dulbecco, pedagogista e counselor che lavora costantemente nel settore, “la violenza è un problema collettivo e come tale può essere affrontato solo insieme”. Un’educazione affettiva e una narrazione non stereotipata sono prioritarie verso un fenomeno che è presente tutti i giorni, tanto sui media quanto nella realtà tangibile in cui siamo immersi. È l’unico modo per poter cambiare la cultura verso una cultura di genere rendendo quest’ultima socialmente accettata.
L’appello che arriva oggi dal comune di Scalea è un appello importante: reagire alla cultura di violenza collettivamente, attraverso l’ascolto e il dialogo collettivo. Sul Tirreno cosentino questo 25 novembre sarà vissuto con più dolore e più senso, anche di colpa. Il 2 ottobre scorso la notizia del femminicidio di Ilaria Sollazzo per mano dell’ex compagno Antonio Russo che si è poi tolto la vita, ha sconvolto la comunità di Scalea e dell’intero territorio. “In questa giornata di riflessione, resa quanto mai attuale dall’enorme tragedia che ha travolto la nostra comunità, l’antidoto che ci sentiamo di consigliare è il dialogo, la capacità di parlare di sé stessi e di confrontarsi” scrive su Facebook l’amministrazione della città di Torre Talao. “Dialogo, confronto e ascolto per tenere lontana dalle nostre vite la violenza e il pensiero di essa come soluzione a qualsivoglia disagio e problema”.
Nel corso del 2022 sono stati 104 i femminicidi in Italia su 119 omicidi in cui la vittima era una donna. Sono numeri ma sono soprattutto nomi, persone, esperienze, vite. Vite di donne che volevano essere libere da costrizioni e giudizi. Libere di vivere.