TRASPORTI. FERMATA FRECCIARGENTO A MARATEA. COMITATO MAGNA GRAECIA: “I CENTRALISMI CONTINUANO A SCHIAFFEGGIARE LO JONIO”
Ancora un “no” alla fermata a Maratea del Frecciargento Sibari-Bolazno. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa
Nei giorni scorsi, come Comitato Magna Graecia, assieme all’Unione delle Associazioni della Riviera dei Cedri e del Pollino, abbiamo destinato una lettera alla Presidenza della Regione, ai vertici di Trenitalia, al Ministro dei trasporti, agli Assessori regionali al turismo ed all’agricoltura, alla Deputazione parlamentare dell’Arco Jonico ed al Sindaco di Scalea.
Motivo della missiva il nostro ritenere inopportuna la scelta, da parte di Trenitalia, di Istituire una fermata del Frecciargento Sibari-Bolzano a Maratea.
L’oggetto del ragionamento è stato spinto non già da spiriti campanilistici, quanto da un’attenta analisi dei flussi veloci in transito sulla stazione di Maratea.
È bene chiarire che fra la Calabria ed il resto d’Italia (via tirrenica) vi sono, in totale, dodici treni AV (Freccia ed Italo). Di questi, undici fanno capolinea nella stazione di Reggio Calabria ed uno a Sibari. Delle dodici corse, tre già effettuano scalo nella stazione lucana. L’accordo-servizio sul Freccia Sibari-Bolzano costituirà la quarta fermata.
Sgombriamo il campo da ogni, eventuale, fraintendimento.
Che Maratea, essendo località turistica di pregio e fra le più gettonate del Tirreno, debba essere servita da quattro o più fermate di vettori veloci è legittimo ed insindacabile.
Il paradosso, tuttavia, è che la quarta fermata venga assegnata compromettendo l’unico servizio veloce dallo Jonio verso la Capitale.
A tal riguardo giova ricordare che cinque dei su menzionati dodici Treni AV, non effettuano fermate tra Salerno e Paola mentre altri tre non effettuano scali tra Sapri e Paola.
Risulta oltremodo inspiegabile, oltreché macchiettistico, che venga assegnata la fermata ad un treno che già effettua sosta nella stazione di Scalea. Tra l’altro, posta a circa dieci minuti di distanza da Maratea ed a questa collegata da servizi regionali. Viepiù, scegliendo per la causa, l’unico e solo treno che già raccoglie tutta l’utenza della Sibaritide e del Crotonese (da quando è stato istituito un servizio di collegamento regionale in coincidenza tra Crotone e Sibari), piuttosto che uno o più degli otto rimanenti treni provenienti dallo Stretto.
Lungi da noi fare il conto della serva.
Ad ogni modo, si sarebbe potuta sfruttare una delle otto corse che non effettuano servizi di fermata tra Sapri e Paola, piuttosto che l’unico “treno sociale” (mutuando le parole della Senatrice Abate) che aveva dato un pizzico di sollievo all’atavico dramma della mobilità gravante su tutto l’Arco Jonico.
Tale operazione non solo rallenterà, ulteriormente, la corsa del treno, ma metterà a repentaglio la possibilità di usufrutto dello stesso da parte dei passeggeri provenienti e diretti verso la jonica. Gli stessi per cui la Regione Calabria corrisponde oneri di compensazione all’azienda, a garanzia di copertura della tratta tra Sibari e Paola.
Del resto, già lo scorso anno, quando il servizio fu istituito in occasione del cambio orario estivo, con un atto di Presidenza dell’ex Governatore f.f. della Regione, avevamo già scritto ai Vertici ministeriali e regionali per significare il nostro punto di vista. Ma, oggi come allora, si è deciso di confermare la fermata.
Spiace accertare come l’unico vettore AV proveniente dallo Jonio si stia, lentamente, trasformando in un convoglio intercity. Con l’aggravio di allungamento dei tempi di percorso, al costo di un servizio veloce.
Andrebbe anche appurato l’arcano motivo celato dietro la scelta dell’unica corsa jonica per fornire la quarta fermata a Maratea, piuttosto che una delle otto corse provenienti da Reggio Calabria.
Senza escludere il fatto che logiche dettate da scriteriati centralismi ridurranno i posti a disposizione per gli utenti jonici, con grave nocumento per la fascia Sibarita e Crotoniate che, ribadiamo, ha nel freccia Sibari-Bolzano l’unico servizio di collegamento su ferro verso la Capitale.
Continua la politica dei due pesi e due misure e crediamo che gli effetti degli iniqui dettami, applicati dai vari centralismi, siano, ormai, sotto gli occhi di tutti. Ci si preoccupa di assegnare una ulteriore fermata al Freccia Sibari-Bolzano, ma nulla si dice sul precario servizio di collegamento regionale, in coincidenza, tra Crotone e Sibari.
Poche ore fa, infatti, la vetustà del percorso ferrato Jonico e la precarietà del convoglio regionale utilizzato per la corsa, hanno determinato l’ennesimo ritardo del treno posto in coincidenza con la partenza del Freccia.
Ciò non ha consentito all’utenza del basso Jonio e del Crotonese di poter salire sul vettore veloce ed i passeggeri sono rimasti a Sibari in attesa di un treno di fortuna alla volta di Paola.
Parimenti duole costatare il religioso silenzio da parte degli Amministratori jonici. Forse troppo presi da altro per realizzare l’ennesimo trattamento a pesci in faccia nei confronti di tutto il territorio dell’Arco Jonico