SCALEA. CITTÀ UNITA E IN PREGHIERA PER DIRE “NO ALLA CRIMINALITÀ”

La necessità di ricostruire ciò che è stato divorato dal fuoco, perché i sacrifici di una vita non possono essere determinati da gesti di deliberata prepotenza. La manifestazione di solidarietà e di preghiera nei confronti della famiglia dei proprietari dello stabilimento balneare dato alle fiamme martedì scorso è la testimonianza che né la cittadina di Scalea né il comprensorio vogliono piegarsi alla ‘ndrangheta.

Già ieri mattina, venerdì 27 gennaio, gli studenti delle scuole hanno dato un segnale forte.

Oggi di nuovo, i sindaci della zona, le forze dell’ordine, le associazioni e soprattutto la società civile hanno risposto in massa. L’iniziativa di questa sera tenutasi sul Lungomare di Scalea, proprio davanti ai resti di quell’atto intimidatorio e vigliacco, è stata organizzata dalle parrocchie di Scalea e coordinata da don Fiorino Imperio. Un momento sentito e partecipato, perché ciò che è successo non può passare in sordina, anzi quanto è accaduto è inspiegabile e soprattutto lascia interdetti, ma anche l’indignazione serve a poco se non si reagisce insieme e con forza.

Non è il momento di arrendersi, non è il momento di cedere alla prepotenza. Atti come quelli avvenuti a Diamante e a Scalea, nell’arco di pochi giorni, colpiscono tutti e minacciano ogni cittadino che crede e spera nel futuro della propria terra. È tempo di prendere coscienza che solo unito il territorio rialza la testa e non diventa schiavo della rassegnazione, una rassegnazione che da troppo tempo viaggia spedita.

Ringraziamo per le foto della manifestazione il collega Massimo Nocito

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