Scalea. “Antenna 5g in via Fiume Lao”. Il “no” del consiglio comunale e la consapevolezza di una battaglia ancora lunga
Quasi due ore e mezzo di consiglio comunale; l’amministrazione ha ripetuto a gran voce di essere dalla parte dei cittadini e dei residenti, nonché di avere la “volontà”, espressa in più occasioni dal sindaco Giacomo Perrotta, di fare tutto il possibile. Fatto sta che l’antenna è lì; ancora non è entrata in funzione, ma potrebbe. Alla fine di tutto, il consiglio comunale ha votato all’unanimità per la non attivazione dell’impianto; servirà a poco, ma è un atto che compatta il fronte del “no”.
La storia è nota: in quella zona abitano delle persone che hanno gravi patologie, tra cui una ragazza che ha impiantato un defibrillatore sottopelle che si aziona in caso di “arresto cardiaco”. Un’antenna 5g fa male o fa bene? Porta con sé dei rischi o si può vivere benissimo a stretto contatto con essa? Sono tutte domande che forse non avranno mai una risposta, visto che la scienza è divisa.
Nel corso del consiglio comunale, tenutosi ieri, giovedì 21 settembre, è intervenuto anche Luigi Maximilian Caligiuri, professore universitario di Fisica nonché ricercatore, al quale l’amministrazione Perrotta ha affidato il compito di stilare una relazione tecnica, ossia di mettere nero su bianco tutto ciò che la scienza sa in questo momento sul 5g.
Sono tutti elementi che il primo cittadino porterà ai giudici del Tar Calabria che, a marzo 2024, si esprimeranno sulla stazione radio. Insomma, la vicenda è spinosa. Una cosa al termine della seduta è stata chiara a tutti: sembra quasi che lo sviluppo tecnologico venga prima della salute; di fronte a questo inarrestabile processo i dubbi e le preoccupazioni dei cittadini diventano “capricci”. Triste ma vero.
Dal canto loro i consiglieri di minoranza, Angelo Paravati ed Eugenio Orrico, hanno chiesto maggiore incisività all’amministrazione. Bisogna ritirare l’autorizzazione.
Entrambi i componenti dell’opposizione hanno lamentato il fatto che l’amministrazione non abbia coinvolto i residenti di via Fiume Lao dal primo momento, ossia da quando è arrivata la prima istanza agli uffici comunali. “Questa è un’antenna particolarmente alta – ha detto Paravati – il permesso a costruire, che non c’è, è necessario e non può essere scavalcato da altri documenti. Lo dicono diverse sentenze”.
Come ricordato da Orrico, l’antenna arriverà a un’altezza di 28 metri, si trova a un metro e mezzo da un’abitazione e a quindici metri di distanza dalla strada. Nel comune di Scalea si è già verificato che un traliccio sia stato abbattuto dal vento. “Se accadesse di nuovo?”. Insomma, per i due componenti dell’opposizione sono state commesse delle leggerezze.
“Non vogliamo accusare nessuno – ha detto Paravati – semmai trovare delle soluzioni e lavorare insieme”. La prima proposta è stata quella di un regolamento che vada a tutelare le aree sensibili, come quella di via Fiume Lao. Vanno individuate le zone in cui si possono installare le antenne e, anche quelle già esistenti e funzionanti, vanno trasferite in quei punti.
“Bisogna farlo subito – ha detto Orrico – senza perdere tempo, anzi andava fatto già quando un caso simile si verificò in località Petrosa, con tanto di protesta da parte dei residenti”.
Questo in sintesi quello che ha accaduto ieri sera. La battaglia è ancora lunga.