Randagismo e gestione delle colonie feline. Una proposta del Comitato cittadino di Scalea
“Identificare e denominare le varie colonie feline sul territorio comunale di Scalea; individuare dei responsabili di quartiere che se ne sorveglino la salute e la crescita, così da contenere la diffusione di eventuali patologie o la crescita indiscriminata della colonia. Ecco un progetto che si potrebbe mettere in campo”. Lo scrive il presidente del Comitato cittadino di Scalea, Cristiana Covelli, in un comunicato stampa. Potrebbe essere un modo per limitare il fenomeno del randagismo, purtroppo diffuso a causa anche della mancata presa di coscienza del problema da parte delle istituzioni. “Necessaria – ha aggiunto Covelli – anche la costruzione di una rete solidale tra le associazioni”.
Il comunicato stampa di Cristiana Covelli
In Calabria, il fenomeno del randagismo, ha raggiunto livelli drammatici e del tutto inconciliabili con una società civile. La condizione dei canili è angosciosa, con sovraffollamento e strutture non sempre al massimo dell’efficienza, a discapito del benessere degli animali. Il problema è diffuso al sud ma la realtà della Calabria raggiunge punte di seria preoccupazione, imputabili all’inettitudine delle istituzioni. In questo marasma brillano come stelle in una notte buia le tante associazioni animaliste e ambientaliste, realtà virtuose che, nonostante le difficoltà e le avversità, non si danno per vinte. Gli interventi che vengono messi in atto sono la sterilizzazione, le cure dei randagi e altro con le sole risorse associative ma tanto c’è da fare non si può continuare a consentire alle istituzioni preposte una indifferenza ormai vergognosa. La legge 281/91, art.8 prevede l’istituzione, presso il Ministero della Sanità, di un fondo che il Ministro, con proprio decreto, ripartisce alle Regioni perché non vengono utilizzati? Tanti sono gli interventi per incidere positivamente sul problema, si potrebbero fare corsi di formazione per i volontari, corsi di sensibilizzazione nelle scuole e tanto altro. L’art. 9 della Costituzione Italiana è precursore ed indicatore degli interventi da effettuare da parte delle istituzioni. Alla Giunta regionale spetta il compito di dare norme con intervento diretto. Nel burc n.218 del 05/10/2023 è indicata la promozione del benessere degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo. In parole semplici i Comuni sono chiamati ad intervenire fattivamente con risorse umane e finanziarie. Come mai non si fanno progetti solidi ed innovativi così da reperire fondi da investire nel settore? Si possono costruire stalli temporanei dove visitare gli animali recuperati e microchippare con l’ausilio dei servizi veterinari territoriali, gestiti da associazioni che provvederebbero ad affidare temporaneamente gli animali in attesa di affidi definitivi. Un Progetto interessante da attuare a Scalea sarebbe l’identificazione e denominazione delle varie colonie feline sul territorio cittadino, l’individuazione di responsabili di quartiere che se ne sorveglino la salute e la crescita, così da contenere la diffusione di eventuali patologie o la crescita indiscriminata della colonia, il tutto sotto l’attenta supervisione del servizio di veterinaria territoriale. Sarebbe grandioso ma non utopistico collocare in città dispensatori di acqua, cibo e colonnine per la raccolta degli escrementi. È estremamente importante per la Gestione del problema costruire una rete solidale tra associazioni ed enti territoriali. Le mancanze comunali e regionali sono tante e settoriali ma la delega all’ambiente comprende soprattutto l’attuazione dell’articolo 9 della costituzione italiana che preserva e tutela il benessere della flora e della fauna autoctona. So che tanto c’è da fare, ma, d’altronde, se mai si comincia, mai si potrà costruire una cittadina civile dove il benessere è posto come l’obiettivo principale del lavoro di tutti.