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Piano assetto idrogeologico. Le osservazioni dei Comuni entro il 20 Gennaio 2025. Rispunta il caso della rotatoria della Ss18 di Tortora

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I Comuni avranno tempo fino al 20 gennaio 2025 per apportare le loro segnalazioni sul Pai, il piano di assesto idrogeologico, adottato dall’Autorità di Bacino. Nei giorni scorsi, il Dipartimento Ambiente della Regione Calabria ha inviato a tutti i sindaci una circolare, sottoscritta dall’assessore regionale Giovanni Calabrese.

“Si segnala – si legge nel documento – l’assoluta necessità che le Amministrazioni Comunali prendano dettagliata visione degli elaborati di Piano e presentino osservazioni, anche supportate da dati, elementi e valutazioni tecnici oggettivi. Le osservazioni saranno valutate ai fini della suddetta immediata revisione e/o rielaborazione del le perimetrazioni del Progetto di Piano Stralcio, prevista a breve termine, con la contestuale revisione delle Norme di Attuazione e Misure di Salvaguardia già concordata con l’Autorità di Distretto del l’Appennino Meridionale”.

Sono molti i primi cittadini allarmati dal nuovo Pai che, da quanto si percepisce, pone dei pesanti vincoli allo sviluppo dei territori. Proprio nei giorni scorsi, abbiamo trattato la delicata situazione delineatasi a Praia a Mare, con i proprietari terrieri dell’area Laccata, ex Zona industriale e Santo Stefano, che si sono ritrovati con la maggior parte dei loro appezzamenti in area a rischio idrogeologico R4, cioè l’indice di pericolosità più alto.

Sarà ora compito dei Comuni far sentire la propria voce, anche se sono molti i dubbi sulla possibilità di un arretramento da parte dell’Autorità di bacino. Certamente, l’intero discorso non può essere preso sottogamba.

Il caso della rotatoria sulla Ss18 di Tortora

Nel giro di chiamate che stiamo facendo in questi giorni per capire la situazione, il sindaco di Tortora, Antonio Iorio, ci ha posto di fronte la vicenda della rotatoria sulla Ss18, che sarebbe dovuta sorgere in località Pergolo Fiume Grande, in un’area segnata da tempo con indice R4.

“Nonostante tutti i pareri a nostro favore – ci ha spiegato il primo cittadino – quell’opera poteva essere realizzata solo a patto che venissero rispettate le prescrizioni dell’Autorità di Bacino, ossia la messa in sicurezza dell’area che si trova nel mezzo di due canaloni. Ciò avrebbe comportato che tutta l’operazione non ci sarebbe costata più 150 mila euro, ma quasi 5 milioni di euro”.

Detto in soldoni, in una zona R4 si può edificare, ma a patto che tutto ciò che ci sta intorno sia messo in sicurezza in una maniera tale da azzerare ogni pericolo. Davanti a una situazione del genere chi si prende la responsabilità?

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