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Ospedale di Praia a Mare. “Un impegno programmatico per il nostro presidio”. Moccia, Parente, Mandarano e Laino scrivono a Pasquale Tridico

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“Il Presidio Ospedaliero di Praia a Mare non possiede alcuna veste giuridica, operando, in tal modo, in una sorta di limbo, che, in conclamata assenza di personale, produce dati di cronaca sanitaria, comunemente definita malasanità”. Questo quanto scrivono Antonio Mandarano, Giovanni Moccia, Tullio Laino e Antonio Parente, in una lettera inviata al candidato alla carica di Presidente della Calabria, Pasquale Tridico. I componenti del Comitato civico “Nuovo ospedale dell’alto Tirreno cosentino” chiamano all’attenzione lo sfidante di Roberto Occhiuto nella competizione del 5 e 6 ottobre prossimi. I quattro firmatari chiedono a Tridico un “concreto impegno programmatico, affinché il presidio praiese rientri nella Rete ospedaliera per acuti”.

La lettera del Comitato

Com’è noto, il calvario giuridico ed assistenziale del Presidio Ospedaliero di Praia a Mare ha inizio con l’emanazione, a cura di Giuseppe Scopelliti, Presidente pro tempore della Giunta Regionale e Commissario Ad Acta per il Piano di Rientro, del Decreto n.18/2010, con il quale sono stati soppressi ben 18 Presidi Ospedalieri della Regione, tra cui quello di Praia a Mare, dando luogo alla completa disarticolazione della rete ospedaliera, dell’emergenza/urgenza e delle reti tempo dipendenti dell’interno territorio regionale.

Un atto scellerato, concepito da AGENAS e posto in essere da Scopelliti e sodali, in ossequio agli interessi della sanità privata e dei criteri econometrici rispondenti al principio di sostenibilità del debito pubblico e del pareggio di bilancio, con conseguente taglio alle spese d’investimento produttivo. Il principio
aziendalistico concepito da AGENAS trova il suo sbocco normativo nell’articolo 1, comma 74 e seguenti, della Legge n.311/2004, che prevede il principio giuridico del piano di rientro dai Disavanzi Sanitari Regionali e nell’articolo 4, commi 1 e 2, del Decreto Legge n.159/2007, convertito, con modificazioni, dalla Legge n.222/2007. In applicazione dell’articolo 120, comma 2, della Costituzione, nella novella legislativa recata dalla Legge Costituzionale n.3/2001, per tutelare l’unità giuridica ed economica dello Stato, la Regione Calabria, già sottoposta al Piano di Rientro dai disavanzi sanitari regionali, giusta Delibera della Giunta Regionale n.97/2010, è stata sottoposta a Commissariamento.

Non tenendo conto dei dati AGENAS che sancivano per l’Ospedale di Praia A Mare una mobilità sanitaria attiva interregionale del 14,1%, Giuseppe Scopelliti emanò il Decreto Commissariale n.18/2010, cui fecero seguito i Decreti n.34/2010 e n.106/2011, con i quali il PO di Praia a Mare fu disarticolato e trasformato in Centro di Assistenza Primaria Territoriale (CAPT). Non si tenne conto, nella circostanza, che lo stesso PO, ai sensi della Legge Regionale n.11/2004 (Piano Sanitario Regionale 2004/2006), tutt’ora vigente, rivestiva le funzioni giuridiche di Ospedale Generale di Base, con funzioni aggiuntive di Ospedale di Comunità.

Con Deliberazione della Giunta Regionale n.64/2010, mai formalmente revocata, il PO di Praia a Mare veniva annoverato quale ospedale generale di base ricomprendente n.98 posti letto, articolati per degenza ordinaria e D.H. / D. S. Risulta di tutta evidenza il pasticcio giuridico posto in essere dal Governo Centrale, oltre alla deprivazione per i cittadini calabresi del diritto alla fruizione dei Livelli Essenziali di Assistenza, con aumento dei tempi di attesa e dei dati della mobilità sanitaria passiva interregionale.

A seguito dei ricorsi promossi, in sede giurisdizionale, dai Comuni di Praia a Mare, il Consiglio di Stato, Sezione Terza, con le Sentenze n.2576/2014, n.2968/2015, n.1153/2017, ribadiva il diritto del Presidio Ospedaliero di Praia a Mare ad essere annoverato quale Ospedale Generale di Base, ai sensi del Decreto del Ministro della Salute del 2 Aprile 2015, n.70. Il principio sancito dalle pronunce del massimo organo della Giustizia Amministrativa dava origine e presupposto giuridico al provvedimento del Commissario Esecutore Giudiziale, dott. Eugenio Sciabica, datato 8 Settembre 2017, che più che un atto dispositivo si configurava un atto di invito, se non di buona volontà, rimasto inottemperato.

A seguito di giudizio di ottemperanza, promosso dai Comuni di Praia a Mare e Tortora, il Consiglio di Stato, Sezione Terza, con Sentenza n.384/ 2022 imponeva al Commissario Ad Acta l’ottemperanza alle Sentenze sopra menzionate. La diatriba giudiziale successiva è storia recente, fatta di ritardi e cavilli.

Nel contempo il Commissario Ad Acta, Roberto Occhiuto, a modificazione ed integrazione del DCA n.64/2016, emanava i Decreti, rispettivamente, n.198/2023, n.69/2024, n.78/2024, n.360/2024, che disattendevano il giudicato amministrativo prodotto dal Consiglio di Stato, deprivando il PO di Praia a Mare dell’UOC di Chirurgia Generale, dell’UOC di Ortopedia, dell’UOC di Pronto Soccorso, con Osservazione Intensiva, dell’Emoteca, dell’UOC di Direzione Sanitaria, delle attività di supporto diagnostico in guardia attiva ed in pronta disponibilità.

All’esito odierno, il Presidio Ospedaliero di Praia a Mare non possiede alcuna veste giuridica, operando, in tal modo, in una sorta di limbo, che, in conclamata assenza di personale, produce dati di cronaca sanitaria, comunemente definita malasanità. In tale contesto disarmante e drammatico si chiede a Lei un concreto impegno programmatico, atto a riportare il Presidio Ospedaliero di Praia a Mare nella Rete Ospedaliera per Acuti, in controtendenza alla desertificazione del diritto alla salute nel Tirreno Cosentino.

I sottoscrittori della presente manifestano, fin da ora, la loro disponibilità ad un incontro con la Sua persona, atto a condividere una linea programmatica univoca. L’Alto Tirreno Cosentino merita, in ragione delle lotte sostenute per la difesa dell’ospedale di Praia A Mare, una candidatura che sia espressione di un grande impegno civico. L’occasione è gradita per porgere deferenti saluti.

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