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Cosenza. Il Collettivo “ConimieiOcchi” in scena all’istituto Spirito Santo con La donna che ride

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Le repliche, che si svolgeranno il 29 e il 30 gennaio, saranno rivolte a studenti e studentesse delle scuole medie e delle quinte classi, che verranno coinvolti in un’altalena di emozioni, tra viaggio poetico e riflessione. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa

Il teatro Silvio Vuozzo dell’Istituto Comprensivo Spirito Santo di Cosenza Vecchia, si prepara ad accogliere le repliche de “La donna che ride”, studio-spettacolo sempre in itinere, ideato dal collettivo ConimieiOcchi e interpretato dalle performer Maria Grazia Bisurgi e Audrey Chesseboeuf. Mercoledì 29 e giovedì 30 gennaio, studenti e studentesse delle classi quinte e delle scuole medie, potranno vedere l’opera presso il teatro della scuola, che negli ultimi mesi ha rappresentato, e continuerà a farlo, il collegamento tra il collettivo e l’istituto stesso.

Grazie al progetto CUSE – Comunità, Unione, Scuola, Educazione, infatti, l’associazione ConimieiOcchi ha avuto la possibilità di usufruire degli spazi teatrali presenti nell’edificio scolastico di Cosenza Vecchia due volte a settimana, preparando lo spettacolo che andrà in scena per alunni e alunne in questi giorni.

«Speriamo di costruire un percorso duraturo negli anni avvenire anche grazie al patto per una comunità educante “Noi di CUSE”, firmato con la scuola e altre associazioni del territorio – dice Maria Grazia Bisurgi- . L’idea è quella di creare un presidio permanente nella scuola per fare diventare il teatro polo attrattivo per la comunità del quartiere, tra laboratori, spettacoli e corsi di formazione, aperti non solo alle bambine e ai bambini, ma anche a famiglie e docenti».

Nello spettacolo, con la facilitazione del processo creativo di Francesco Votano, e le luci e i suoni di Sofia Battistini, due clownesse si tuffano e rimbalzano nell’intensità delle loro emozioni. Influenzate dagli archetipi delle fasi lunari, porteranno gli spettatori oltre gli stereotipi che condizionano la libera espressione dell’essenza femminile, tra giochi di luce e una luna, simbolo dell’energia femminile, della fertilità e del cambiamento.

Le repliche de “La donna che ride” non si limiteranno a coinvolgere studenti e studentesse come semplici spettatori: questi ultimi saranno infatti anche protagonisti attivi del processo creativo attraverso feedback e la formulazione di domande. In futuro il Collettivo integrerà ogni rappresentazione con dibattiti e momenti di confronto, per stimolare un pensiero critico e offrire uno spazio di dialogo e crescita condivisa.

Il progetto, nato dalla connessione tra arte, scuola e comunità, mette al centro il teatro come luogo di inclusione, crescita culturale e sociale, in grado di lasciare un segno tangibile nelle vite dei più giovani, ma anche nel tessuto sociale del territorio.

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