Il sindaco di Cetraro Ermanno Cennamo ha scritto stamani, venerdì 10 novembre, al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. La missiva è stata inviata a poco più di dodici ore dall’omicidio di Alessandro Cataldo, avvenuto ieri sera, giovedì 09 novembre. Le richieste sono tante, ossia dalla necessità di rafforzare il sistema di videosorveglianza, fino al controllo capillare del territorio. Bisogna anche intervenire sul tessuto sociale, con manifestazioni di “diffusione della legalità”. Infine, Cennamo chiede a Piantedosi di riceverlo o di venire a Cetraro per testimoniare concretamente la presenza dello Stato in una fase delicatissima in cui la pericolosa escalation malavitosa potrebbe far riprecipitare la città nei tremendi anni Ottanta in cui a Cetraro la conflittualità omicida aveva prodotto ben undici assassini di mafia.
La lettera del sindaco Cennamo a Piantedosi
I tentativi intimidatori, il tritolo ai danni di una nota attività industriale, l’incendio dei mezzi della raccolta differenziata urbana, la gambizzazione di un giovane, il tentato omicidio di un cittadino, i colpi di pistola ai danni di un veicolo del Maresciallo dei Carabinieri, i continui colpi di pistola alle auto di imprenditori e il recente e gravissimo omicidio sono fatti che vanno immediatamente fermati dallo Stato e dalle agenzie sociali che hanno, obbligo di fare fronte comune contro la criminalità che attanaglia la Calabria e la comunità che ho l’onore di amministrare.
C’è la necessità urgente che Ella metta in atto iniziative veloci ed efficaci per contrastare la crescita esponenziale di nuove leve in grado di disturbare pesantemente il tessuto sociale e la vivibilità di numerose famiglie, da sempre impegnate a fronteggiare questi gravissimi episodi di malavita.
Da più tempo ho cercato di sollevare la questione del sottorganico dei presidi di legalità ed in particolare dei Carabinieri senza mai avere avuto risposte certe da parte delle istituzioni statali, così come sull’annosa questione relativa alla mancata apertura della nuova Caserma dei Carabinieri che potrebbe rappresentare un presidio dello Stato in grado di restituire certezza e fiducia ai cittadini.
I fenomeni avvenuti a CETRARO non possono essere sottovalutati. C’è l’urgente bisogno di rafforzare il sistema di video sorveglianza pubblica, di controllo del territorio da parte delle Forze dell’Ordine, un impegno corale di tutti gli apparati dello Stato per una efficace diffusione della cultura della legalità.
A poco sono serviti i comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica promossi nella città di Cetraro, i consigli comunali, le manifestazioni di piazza, l’esposizione attiva delle associazioni con iniziative culturali in grado di coinvolgere giovani e meno giovani in una campagna di repressione ad ogni forma di illegalità, a partire dal traffico degli stupefacenti.
Le chiedo di ricevermi o di venire a Cetraro per testimoniare concretamente la presenza dello Stato in una fase delicatissima in cui la pericolosa escalation malavitosa potrebbe far riprecipitare la nostra città nei tremendi anni Ottanta in cui a Cetraro la conflittualità omicida aveva prodotto bene undici assassini di mafia.