CALABRIA. TORTORA. PIAZZA STELLA MARIS TERRA DI NESSUNO
Hanno dai 12 ai 17 anni, scorrazzano con mezzi elettrici, motorini e biciclette senza nessun ritegno per i pedoni, gridano e qualche volta aggrediscono anche come se quel luogo fosse casa loro; guai a chi si lamenta. Questo quanto avviene in piazza Stella Maris, soprattutto di notte. I residenti della zona sono sfiniti e le segnalazioni alla nostra redazione fioccano.
“Ci vorrebbe un esercito – ci dice una persona, mentre ci racconta una delle sue notti insonni – non sono ragazzini entusiasti, ma vandali a cui mancano le basi dell’educazione. Il loro obiettivo è disturbare. Ho provato a redarguirli, ma mi sono preso solo insulti”.
Altri ci dicono che nel corso di una litigata, uno dei ragazzini è stato gettato nella piscina della piazza. Una coppia che invece passava di lì è stata insultata senza alcun motivo. Il problema però è che non parliamo di casi sporadici, purtroppo questo avviene tutte le notti. Sembra quasi che piazza Stella Maris sia diventato il luogo di sosta di una baby gang.
E i controlli? Come detto, chiedere rinforzi è un po’ difficile. Se guardiamo all’esiguo numero di agenti in servizio presso la Polizia Municipale di Tortora, tre agenti di ruolo e due ausiliari estivi, bisognerebbe dare a ciascuno di loro il dono dell’ubiquità e neanche basterebbe. Come purtroppo avviene in ogni paese del Tirreno cosentino, agosto è il momento in cui si nota quella carenza atavica di programmazione della stagione estiva. Impossibile reggere l’esponenziale aumento delle presenze, favorito anche da quella politica di fitti selvaggi in mano a proprietari di seconde case che se ne infischiano delle belle parole sulla qualità e la selezione del turismo.
“Una cosa è la vivacità e la spensieratezza che devono caratterizzare l’estate – aggiunge un turista – un’altra è l’inciviltà che purtroppo dilaga. Questo paese ad agosto diventa terra di nessuno. Mi dispiace arrivare a questa conclusione, visto che per me da oltre quarant’anni Tortora è una seconda casa, ma già i miei figli qui non vogliono più venire perché non si sentono sicuri”.