Praia a Mare. “Rischio idrogeologico R4 dalla Falconara al Santuario”. Il nuovo Pai e le preoccupazioni dei cittadini
Una vasta area che va dalla Falconara, al confine con Tortora, compresa la zona su cui sorge l’ex fabbrica tessile Marlane, fino all’ex cava del monte Vingiolo di Praia a Mare, è stata classificata con indice R4, cioè a rischio alluvione.
Questo quanto riportato sul Pai, il Piano di assetto idrogeologico, redatto dall’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino meridionale e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 14 novembre scorso.
Tradotto in soldoni, la zona rossa riguarda circa l’ottantacinque percento dei terreni a monte del tracciato ferroviario, con l’eccezione dell’area ex Marlane che si trova a sud della strada ferrata e sulla quale c’è il depuratore comunale.
Le conseguenze sono le seguenti: il valore dei terreni ricadenti in quell’area è azzerato e ciò preoccupa abbastanza i proprietari. Infatti, secondo le disposizioni di legge lì si potrà effettuare solo la manutenzione ordinaria e straordinaria, mentre non si potrà né edificare né coltivare in maniera intensiva.
Giovedì 12 dicembre, un comitato spontaneo di cittadini, supportato anche da alcuni tecnici, si è riunito per discutere delle azioni da mettere in campo a tutela dei loro terreni. “Parliamo di appezzamenti – ci è stato spiegato – comprati nei decenni scorsi con grandi sacrifici, che, con questo piano, vengono completamente spazzati via”.
Dalla pubblicazione in Gazzetta, i proprietari hanno sessanta giorni di tempo per presentare le loro osservazioni, ciò vuol dire che tutto andrà stilato entro e non oltre il 14 gennaio.
“Logicamente – ci viene specificato – la nostra voce conta poco, chiediamo quindi il supporto dell’Ente. Infatti, siamo pronti a sollecitare un incontro con il sindaco di Praia. Vogliamo anche capire se, durante la fase di redazione del Piano, l’Autorità di bacino ha contattato gli uffici comunali e se sono stati effettuati studi specifici tali da determinare un provvedimento così limitante e, a nostro parere, eccessivo”.
Quello di Praia a Mare non è un caso isolato. Infatti, anche in altre aree della Calabria si sta protestando contro le disposizioni del Pai.
Ne è un esempio la riunione del 06 dicembre scorso, in cui sindaci, assessori ed uffici tecnici dei comuni di Corigliano-Rossano, Reggio Calabria, Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone, Lamezia Terme, Cassano All’Ionio, Trebisacce, Villapiana, Amendolara, Rocca Imperiale, Civita, San Basile, Crosia, Roghudi, si sono riuniti proprio per rilevare che: “sebbene nessuno voglia mettere in dubbio la fragilità del territorio, bisogna anche effettuare studi specifici e mitigare un Piano che stravolge e limita lo sviluppo dei territori”.