Punto nascita Sapri resiste la speranza
Articolo di Roberta Manfredi
La fitta coltre di nubi che minacciava il cielo della sanità locale, con la chiusura del punto nascita dell’ospedale dell’Immacolata di Sapri divenuta effettiva lo scorso 1 settembre, pare diradarsi per lasciare uno spiraglio di sereno, di speranza.
il TAR di Napoli ha infatti accolto il ricorso presentato da 15 comuni del Distretto 71, cui l’ospedale saprese afferisce, contro la delibera di Giunta Regionale n. 418 del 23 giugno 2025 che disponeva la chiusura del punto nascita.
In attesa del pronunciamento definitivo che avverrà il 5 novembre prossimo, dunque, gli effetti della delibera vengono sospesi consentendone la riapertura.
Una riapertura al momento solo temporanea, ma che si spera diventi definitiva, vista l’importanza di un presidio vicino a casa non solo per le partorienti della città della Spigolatrice, ma anche dei paesi limitrofi, nonché per chi permane a Sapri durante l’estate.
Un risultato storico per la sanità locale con cui “si riconosce il valore cruciale e l’insostituibilità del Punto Nascita di Sapri per un vasto bacino d’utenza” afferma Antonio Gentile, sindaco della città, che promette: “il nostro impegno prosegue per la difesa di questa struttura essenziale per tutti i territori del Distretto 71, che rappresenta un presidio di civiltà e un baluardo per la sicurezza sanitaria di migliaia di famiglie”.
Cautamente festeggiano anche Sessa Aurunca e Piedimonte Matese, entrambe in provincia di Caserta, dichiarate, insieme alla stessa Sapri, zone disagiate con la Legge Regionale n. 11 del 22 luglio 2025.
Proprio il sindaco di Piedimonte, in un comunicato, parla di “un grande risultato, frutto della battaglia dei territori e dei sindaci che non hanno accettato la cancellazione del diritto alla nascita e alla salute. Grazie ai Comuni ricorrenti e al Sindaco di Sapri per questo atto di coraggio e determinazione!”