Elezioni Europee 2024. “Analisi e commenti al voto”. Ecco le conclusioni dell’associazione “Controcorrente”
Il voto e la crisi della rappresentanza. Di questo si è parlato nell’incontro di giovedì 04 luglio, a Cosenza, presso la sala Coni, organizzato dall’associazione “Controcorrente”. Si è discusso della situazione politica attuale e di ciò che ha portato alla scarsa affluenza registrata alle elezioni europee dell’otto e nove giugno. Infatti, meno del 50 percento degli italiani è andato alle urne. In Calabria, invece, ha votato poco più del 40 percento degli aventi diritto.
Il comunicato stampa
Alla giusta distanza dal turno elettorale (amministrativo ed europeo), nel mezzo della inattesa tornata francese determinata proprio dall’esito delle elezioni europee nonché nella giornata di un cambio deciso della politica britannica verso sinistra, l’associazione politico-culturale Controcorrente, da anni operativa nel panorama del centrosinistra calabrese, ha svolto, nella sala del Coni di Cosenza, la sua tradizionale analisi del voto fornendo spunti e valutazioni sugli esiti della tornata elettorale di giugno 2024 analizzata a livello europeo, nazionale e territoriale.
La relazione introduttiva è stata affidata al professore Giorgio Giraudi dell’università della Calabria dove insegna organizzazione politica europea. Giraudi ha segnalato aspetti centrali e culturali del voto con riferimento allo spostamento a destra dell’elettorato e alla composizione del nuovo parlamento di Bruxelles: “il baricentro dell’Europa si è spostato a destra, spesso estrema e populista” e ancora: “in Italia c’è un’ampia parte della popolazione che non si sente politicamente rappresentata, da cui un astensionismo molto alto”. Sentirsi ai margini, esclusi, allontanati, crea quel sentimento di rabbia e di distacco che sfocia o nell’astensione dal voto o nella estremizzazione dello stesso, a destra, in questo caso.
Carolina Casalnovo, presidente di Controcorrente, cita le recenti parole di Mattarella sulla democrazia della maggioranza come una insanabile contraddizione: “non si possono violare i diritti della minoranza e impedire che diventi un giorno maggioranza”. Principio che può essere allargato anche ai partiti e alle loro dinamiche interne. Anche a livello locale, dove nel Pd cosentino non mancano certo i problemi di democrazia interna, di trasparenza e di partecipazione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: nella provincia di Cosenza si registra il peggior risultato dell’Italia peninsulare, in comuni di storico radicamento (come Spezzano Sila e Mormanno) si registrano cali di sette punti percentuali rispetto alle scorse europee, nelle elezioni amministrative in 65 comuni il Pd è presente solo a Morano Calabro e a Corigliano-Rossano “dove nonostante siano scesi la Schlein e tutti i candidati principali della lista, il Pd alle europee nella città più popolosa della provincia, ha raccolto un magro 9%”.
Tanti gli intervenuti al dibattito aperto. Tra questi Umberto Calabrone, segretario regionale della FIOM-Cgil, che ha evidenziato come la classe dirigente schierata nelle liste abbia fatto la differenza: “il M5S aveva in lista solo un candidato riconosciuto, Pasquale Tridico, mentre il Pd ha schierato una sfilza di conosciuti amministratori che hanno decisamente contributo alla crescita di consensi del partito diretto dalla Schlein”.
Pietro Tarasi, presidente dell’associazione Progetto Meridiano, sulla base dei buoni risultati del M5S, del Pd e di AVS nell’area urbana, ha invitato a ragionare sulla unitaria e rinnovata prospettiva futura da mettere in campo per essere competitivi nelle elezioni amministrative della città unica. Walter Nocito, membro della segreteria regionale Sinistra Italiana-AVS, a sua volta ha evidenziato come “con oltre il 10% dei consensi nell’area urbana, l’Alleanza Verdi Sinistra dovrà esprimere una posizione importante negli scenari elettorali futuri della città unica”.
Per Antonio Tursi, socio di Controcorrente, “va riconosciuta la capacità dei cittadini calabresi di eleggere quattro rappresentanti a Bruxelles. Evidentemente non sono le dimensioni della popolazione ma l’autorevolezza dei candidati e la forza dei partiti a fare la differenza”. Su tutte le considerazioni espresse aleggia il dato della pesante astensione dal voto che in tutta Italia si attesta al di sopra del 50%. La partecipazione nella circoscrizione meridionale si ferma al 43,77% e nelle isole al 37,77% , una debolezza della democrazia.