DIRETTIVA BOLKESTEIN: PRESENZE ANCHE DAL TIRRENO COSENTINO
″Una cinquantina i balneari che stamani, intorno alle ore 4.30, sono partiti alla volta di Roma.
Alle ore 11 inizierà la manifestazione nazionale in piazza Santi Apostoli, voluta dalle associazioni di categoria.
C’è chi ha deciso di muoversi con uno dei pullman organizzati per l’occasione, chi in auto e chi in treno.
Ieri, in un articolo abbiamo spiegato le ragioni della protesta.
IL NOSTRO ARTICOLO
Solo di iscritti al Sindacato balneari italiano saranno oltre cinquecento gli imprenditori calabresi del settore che partiranno per Roma.
Appuntamento in piazza Santi Apostoli, alle ore 11, per la manifestazione nazionale organizzata da Sib, Fiba, Confesercenti e Confcommercio. Tanti anche i sindaci calabresi che sosterranno la battaglia dei balneari. La direttiva Bolkestein continua a far tremare tutta la categoria.
Anche il presidente del Sib Calabria, Antonio Giannotti, non nasconde l’amarezza, perché in questo momento si è solo generato il caos.
“Le nostre preoccupazioni – ha detto Giannotti – sono per un Governo che tentenna davanti a un discorso che sta iniziando con il piede sbagliato”.
Infatti, il colpo d’ascia del Consiglio di Stato che ha portato al primo gennaio 2024 la fine del rinnovo automatico delle concessioni sul demanio, rispetto al precedente termine fissato per il 2033, ha innescato una reazione a catena che va subito fermata.
Pensiamo all’immediato blocco negli investimenti. Inoltre, è venuta meno quella calma necessaria per giungere a una legge condivisa sul rinnovo del rilascio delle concessioni demaniali.
Infatti, la precedente estensione fino al 2033 doveva servire proprio al raggiungimento di questo scopo, ossia garantire una riforma ragionata del rilascio delle concessioni sul demanio. Non va inoltre dimenticato che il comparto balneare non ha mai preteso la reintroduzione dell’antico privilegio del rinnovo automatico della concessione, piuttosto ha chiesto una legge chiara e definitiva che tenesse conto soprattutto del valore d’impresa.
Altro punto importante, in Calabria su più di 800 chilometri di costa, solo il 25 percento è gestita dalla categoria; pertanto, la scarsità della risorsa, che giustificherebbe l’introduzione del libero accesso al “mercato” anche da parte di altri soggetti, mai come in questo caso non sussiste.
Tradotto: il caso Calabria è emblematico perché, a fronte di tanta spiaggia libera e di tante concessioni che potrebbero già essere assegnate con un’asta pubblica, si preferisce mettere tutti nello stesso calderone azzerando il comparto.
Ma casi del genere riguardano tutta l’Italia, nazione per cui il settore balneare è strategico.
In poche parole, i balneari andranno a chiedere chiarezza sul proprio futuro, visti i tanti investimenti fatti negli anni.