“Sono figlio di un pescatore”. Ha ricordato più volte le sue umili origini il sindaco Antonio Praticò, così come ha ribadito in più occasioni che con la sua “terza media” e i suoi “strafalcioni grammaticali oggetto di scherno” ha guidato il comune di Praia a Mare per ben 42 anni.
Antonio Praticò ha salutato sabato scorso i cittadini con i soliti toni accesi a cui siamo stati abituati, ma piaccia o non piaccia con Praticò bisognerà fare i conti ancora per molto tempo.
Dal 14 giungo in poi, chi prenderà posto tra i banchi del consiglio comunale di Praia a Mare dovrà confrontarsi con un’epoca durata per più di quattro decenni. Qualsiasi modifica, qualsiasi cambio di rotta, qualsiasi evoluzione sulla strada già tracciata, dovrà essere effettuata tenendo conto, nel bene o nel male, con quanto lasciato da Antonio Praticò.
La storia non è un “caso” e non è un accumulo di “accadimenti” che possono essere accantonati dall’oggi al domani o addirittura cancellati. Lo stesso primo cittadino nel suo comizio ha ribadito che “dal 14 giugno sarà un semplice cittadino, anche se mancherà di dare i propri consigli alla compagine espressione della sua maggioranza, qualora gli vengano richiesti”. Ma ciò vuol dire tutto e nulla, chi tra le due compagini governerà dovrà decidere come usare l’eredità di Praticò.
Un’ora e ventotto minuti di comizio. Tanto è durato il saluto del primo cittadino, che non ha mancato di attaccare per quasi metà del tempo il suo ex consigliere comunale, ora candidato sindaco di #Puntoeacapo, Antonino De Lorenzo.
Ma come detto, al di là delle parole dette o sussurrate che ognuno può interpretare come meglio crede, sabato scorso più che la fine di un’epoca, è calato solo il sipario su una parte di storia che dovrà essere attentamente studiata e di cui non ci si potrà dimenticare.