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CALABRIA. GIRO D’ITALIA: PROSEGUE IL TOUR DELLA RIVIERA DEI CEDRI IN VISTA DELL’ARRIVO DELLA CORSA ROSA

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La tappa del Giro si avvicina e l’attività è frenetica. Soprattutto in merito alle iniziative di contorno allo spettacolo della Carovana Rosa. In queste ore, la Città di Torre Talao, si veste di ora in ora sempre più in Rosa e si prepara anche alle attività organizzate per l’occasione e che si legano indissolubilmente con la promozione del territorio come destinazione cicloturistica, obiettivo sul quale spinge molto ECOtur. È il caso, ad esempio, della consegna di un riconoscimento al ciclista Maurizio Fondriest, campione del Mondo in linea nel 1988 e presente al Giro come testimonial di Banca Mediolanum, sponsor del Gran Premio della Montagna. Il suo legame con il territorio è dato dalla storica amicizia con Squadra Terùn Scalea.

Proprio il 12 maggio, alle 15, tutti i componenti del team dilettantistico locale, compresi i co-fondatori Franco e Maico Campilongo e il presidente Rossano Bruno, taglieranno simbolicamente il traguardo della tappa in livrea rosa accompagnati da Fondriest e alla presenza del sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta.

Intanto continua il tour visivo e testuale di promozione di ogni singola perla della Riviera dei Cedri, territorio interessato dalla sesta tappa della 105esima edizione del Giro d’Italia 2022: la Palmi – Scalea Riviera dei Cedri, in programma giovedì 12 maggio. L’evento, a livello locale, è promosso dal Comune di Scalea in collaborazione con Regione Calabria, Parco Nazionale del Pollino ed ECOtur.

Si tratta dell’attività promozionale ideata dall’ufficio comunicazione ECOtur che ha diffuso attraverso i social delle “cartoline”, idealmente spedite da ogni località del territorio per aumentare la conoscenza di centri rivieraschi e collinari di questo splendido scorcio di Calabria.

Sedici comuni in tutto, scrigni per bellezze paesaggistiche e architettoniche, pronti ad essere scoperti. Dopo i primi quattro, Papasidero, Tortora, Praia a Mare ed Aieta, ecco altre gemme.

Scalea – Città di Tappa

Scalea è una cittadina costiera dalla caratteristica struttura a scalinate e si trova a soli 25 metri sul livello del mare. Chi va da Nord verso Sud non può non restare per un attimo senza fiato quando, subito dopo San Nicola Arcella, si apre un panorama da ammirare nella sua bellezza. Qualcuno l’ha definita la Rimini del Sud, per la sua estensione, per le molteplici attività estive che si praticano. Scalea è il fulcro del turismo dell’Alto Tirreno cosentino. Posta in panoramica posizione “a gradinata”, domina la visuale tra la collina e la Valle del fiume Lao. Dalle spiagge si risale per le vie pittoresche che si inerpicano nell’abitato, dove si respira ancora un po’ di Medioevo. Il segno delle lotte tra Longobardi e Bizantini è forte. Scalea è stato anche luogo di “villeggiatura” dei romani nel II secolo a. C. Ci sono numerosi resti di ville costruite nei posti più panoramici. Laos, Lavinium, l’influenza angioina, aragonese, spagnola e francese. Un territorio ricco di storia e di cultura che può essere assaporato risalendo le scale fino ai ruderi del Castello.  A Scalea sono nati ed hanno soggiornato grandi nomi della filosofia , della letteratura, delle scienze. Gregorio Caloprese è uno dei personaggi di spicco, al quale è stata intitolata la piazza principale, oggi zona pedonale. In pieno centro storico svetta il campanile del Chiesa di Santa Maria d’Episcopio, Chiesa di sopra della Madonna del Carmine, Patrona della città.

San Nicola Arcella

Le origini di San Nicola Arcella vengono attribuite ad una colonia normanna stabilitasi proprio nel territorio dove si trova tuttora il centro abitato. Una posizione favorevole per controllare il litorale minacciato dalle incursioni che si registravano in tutta la costa. Spiagge, spiaggette, scogli, gole, terreni scoscesi fino a lambire il Mar Tirreno. Non c’è dubbio che la costa di San Nicola Arcella sia quella che ricorda di più la conformazione del litorale della lucana Maratea. Le viuzze strette del centro storico, il vento che costantemente si infiltra tra gli anfratti finendo lungo il canalone che giunge al mare, rendono il paesaggio del piccolo centro di grande attrazione. Basta affacciarsi dal belvedere per avere sotto gli occhi la bellezza del litorale con la vicina Isola Dino, l’Arcomagno, il golfo e le villette sparse lungo il costone della punta estrema che si spinge fino a dentro al mare per diverse centinaia di metri. A picco sul mare, San Nicola Arcella è caratterizzato dalla ricca varietà del territorio che si estende fino alla vicina collina verdeggiante. La costa rocciosa e frastagliata presenta numerose insenature. Particolarmente suggestive le grotte dell’Arcomagno e del Saraceno, caratterizzate da sorgenti d’acqua dolce che sgorga dalla sabbia. Il centro storico, quasi interamente lastricato in pietra, è costituito da vicoli che confluiscono tutti alla Chiesa Matrice. proprio fra quei vicoli, anche nelle più calde giornate estive, la brezza rende più piacevole la passeggiata nel centro storico. Nel cuore del paese antico sorge la Chiesa di San Nicola da Tolentino. Sorta in epoca seicentesca, ha una torre campanaria a base quadrata, con la caratteristica sommità a cuspide. nella facciata principale il portale d’ingresso rettangolare è fiancheggiato da elementi decorativi.

Santa Domenica Talao

Santa Domenica Talao venne fondata nel 1620 da un bovaro, Giannandrea La Greca di Mormanno. Lo riferisce il Padula. L’uomo, che trascorreva l’inverno in questo agro, feudo del Principe di Scalea Ettore Maria Spinelli, pensò di costruire una borgata. Con il permesso del Principe edificò la prima abitazione. Il primo nucleo abitato sorse nella prima metà del XVII secolo, voluto dagli Spinelli per favorire la coltivazione delle campagne circostanti. I contadini, provenienti dagli abitati vicini, in questo modo trovarono la possibilità di dimorare stabilmente nel territorio della futura Santa Domenica Talao. È certo che il borgo fosse un “Casale” di Scalea e che grazie alle immunità concesse dal Principe, alla fertilità della sua terra, al commercio movimentato dai vicini porti di Scalea e San Nicola Arcella, divenne ben presto centro dinamico con un notevole aumento demografico: si contavano almeno 3000 abitanti alla fine del XVIII secolo. Santa Domenica Talao  viene oggi definita la terrazza sul mare per la sua particolare posizione panoramica. A 304 metri sul livello del mare, infatti, l’abitato domina la Valle del fiume Lao verso l’intera costa tirrenica da Scalea a Cirella di Diamanrte. Il suo territorio ricade in gran parte nel Parco Nazionale del Pollino. Tra il XVIII e il XIX secolo, periodo di particolare fulgore sociale ed economico, a Santa Domenica Talao si registrò un fiorire di palazzi nobiliari, che gli scalpellini impreziosirono con portali in pietra locale di particolare bellezza. Basta addentrarsi nelle stradine del centro storico per ammirare le particolarità dei portali di Palazzo Schiffino, di Palazzo Senise, di Palazzo Campagna con i piccoli leoni scolpiti alla base dei piedritti, di Casa Nardi, di Palazzo La Greca, dell’ex Casa Longo. Corso Umberto I è la strada principale del borgo antico, pavimentata con pietra locale.

Orsomarso

L’abitato di Orsomarso si estende lungo la vallata dell’Argentino e dell’Orsomarso. Spiccano le case dai caratteristici tetti rossi che si stendono come un lenzuolo tra le insenature della valle. Il comune è situato ai piedi del Monte Garramillo. È interamente inserito nel Parco Nazionale del Pollino e anzi alcune aree fanno parte della zona con il maggior vincolo del parco stessi: la Riserva orientata. Le origini di Orsomarso risalgono, probabilmente, all’epoca romanica. Una fortezza militare sarebbe stata sistemata, a scopo difensivo, lungo la Valle del Fiume Lao. Questa valle fu attraversata da mercanti e navigatori achei, etruschi e greci e non è da escludere che tali passaggi abbiano interessato anche la parte interna e, quindi, la zona di Orsomarso. Notizie più certe sulle origini del paese risalgono all’anno mille. Viene ritenuto un centro romanico di notevole importanza per gli scambi commerciali prima, e per il monachesimo basiliano poi. È la zona del Mercure, il nome deriva dal dio Mercurio. Con l’avvento dei monaci basiliani, si trasformò in Mercurion. La Torre dell’Orologio, dall’alto della sua posizione, veglia costantemente sull’abitato di Orsomarso. nel territorio cresce il pino loricato, l’albero simbolo del borgo e del Parco Nazionale del Pollino. Nel centro storico, una serie di viuzze, vicoli con archi, gallerie e piazzette regalano scorci suggestivi.

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