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Caffè Alzheimer: presentati i risultati del progetto attivato nel comprensorio Tortora – Belvedere M.mo

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Si è tenuto venerdì 12 Aprile, all’interno della Sala Polifunzionale Centro per Tutti Benedetto XVI di Belvedere Marittimo, il convegno organizzato da Associazione Oasi Federico ONLUS “Caffè Alzheimer Incontriamoci per un caffè”. Obiettivo della giornata: illustrare i risultati ottenuti nel corso dell’anno dal progetto Caffè Alzheimer presentato il 19 Gennaio 2023 a Praia a Mare.

Ad intervenire in apertura di convegno Valeria Carrozzino, Presidente di Oasi Federico ONLUS; Maria Pia Malvarosa vicesindaca di Praia a Mare con delega alle Politiche Sociali; Vincenzo Cascini sindaco di Belvedere Marittimo; Raffaella Sansoni, assessora alle Politiche Sociali del Comune di Belvedere Marittimo; don Gianfranco Belsito, parroco della Chiesa SS Rosario di Pompei di Belvedere Marittimo; la dottoressa Angela Riccetti, Direttrice Sanitaria Ditretto Tirreno ASP Cosenza; Caterina Torchio, responsabile ufficio Piano di Zona Praia – Scalea. Presente anche suor Michela Carrozzino, direttrice del comitato scientifico di Oasi Federico ONLUS e Direttrice a Roma di un centro di riabilitazione con 158 utenti che ha portato i saluti finali.

A relazionare, invece, sul progetto Caffè Alzheimer il dott. Vittorino Logiudice, medico specialista in geriatria e geriatra del progetto, la dott.ssa Vittoria Vardè, psicologa e psicoterapeuta membro del Coordinamento Alzheimer Caffè Regione Calabria e la dott.ssa Marianna Oliviero, psicologa e psicoterapeuta del progetto.

Gli Alzheimer Café nascono nel 1997 in Olanda grazie al medico Bère Miesen il quale ha inteso contrastare l’isolamento delle persone con Alzheimer e delle persone che se ne prendono cura all’interno di spazi informali, non ospedalieri; luoghi in cui diversi pazienti e relativi caregivers possano entrare in relazione fra loro, trascorrere il tempo parlando e confrontandosi anche con psicologi e altre figure professionali per uscire dall’isolamento che questa malattia spesso comporta tanto per chi ne è affetto tanto per chi lo assiste.

In Calabria sono attivi molti Alzheimer Caffè, riuniti in un Coordinamento Regionale nato nel 2019. Il progetto tirrenico vede Praia a Mare Ente capofila chiamato a occuparsi dell’iter burocratico per l’intero comprensorio da Tortora a Belvedere Marittimo, la buona notizia è che sono in attivazione altri due progetti sempre nell’area Tirrenica fra Amantea e Paola come anticipato dalla dott.ssa Riccetti.

Dieci i gruppi familiari ad aver partecipato al progetto alto-tirrenico che ha previsto tre incontri settimanali da due ore ciascuno.  Prevalentemente di sesso maschile e in età avanzata (dai 77 anni in su) gli utenti mentre i caregivers sono principalmente i coniugi (70%) in misura minore i figli (30%) con un’età media di 64 anni. Il Caffè Alzheimer è stato strutturato in tre momenti: il primo dedicato all’accoglienza, alla conoscenza e al ritrovo; il secondo in cui gli ospiti hanno potuto lavorare, supportati da figure professionali dedicate, sull’interazione e sul mantenimento delle facoltà cognitive grazie anche ad attività pratiche e laboratoriali mentre i caregivers, in una diversa stanza, sono entrati in relazione fra loro confrontandosi e ascoltandosi, anch’essi supportati da figure professionali; il momento finale è stato dedicato alla convivialità generale tra operatori, ospiti e caregivers per condividere uno “spuntino” insieme.

Gli operatori hanno potuto constatare il mantenimento e in alcuni casi il lieve potenziamento delle abilità cognitive e funzionali delle persone con Alzheimer e il miglioramento quasi immediato dello stato affettivo-comportamentale. Sono nate, in maniera spontanea, relazioni amicali, le persone si sentono viste, rassicurate e stimolate migliorando la qualità di vita. Miglioramento si è riscontrato anche nei caregivers circa l’umore e il sovraccarico emozionale e psicologico. Il gruppo dei caregivers ha affermato di sentirsi meglio (più sollevato, sereno e motivato) una volta rientrati a casa; inoltre grazie al confronto con i professionisti dell’equipe, hanno potuto ampliare la conoscenza delle caratteristiche della malattia e di conseguenza ha potuto gestire meglio il proprio familiare.

Bisogna, infatti, tener conto che spesso i caregivers sono le uniche persone che possano prendersi cura della persona con Alzheimer restando, nella maggior parte dei casi, isolati dal resto famiglia e dagli amici. Il sovraffaticamento, caregiver burden, arriva a livelli elevati per il continuo monitoraggio del “malato”, per le difficoltà a comprenderne i comportamenti e farli comprendere alle persone con cui ci si relaziona, per la mancanza di strutture adeguate che possano supportare il loro lavoro di cura. Tanti i casi in cui l’unico caregiver si trova a stravolgere la propria vita, lasciando finanche il lavoro e di conseguenza venendo meno la sicurezza economica, per stare vicino al familiare con Alzheimer. Sentimenti che diventano sempre più negativi e totalizzanti quanto più è avanzata l’età del caregiver, rendendo difficile o impossibile gli spostamenti anche per raggiungere le strutture dedicate.

In conclusione, il progetto Alzheimer Caffè ha reso possibile, anche nell’alto Tirreno cosentino, la fuoriuscita dall’isolamento tipico di questa malattia: delle persone con Alzheimer destinate, altrimenti, a perdere in maniera totale la percezione di se stessi, degli altri e del mondo in cui vivono; dei caregivers che si sono sentiti capiti e sostenuti nel loro lavoro di cura. Un progetto da portare avanti e, grazie ad una migliore consapevolezza, da ampliare con i giusti strumenti per permettere alle famiglie dell’intero comprensorio di partecipare.

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