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Belvedere Marittimo. Il gruppo “Belvedere Futura” lascia la maggioranza Cascini

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*Foto di copertina di Emanuele Molinaro di Pillamarò

Belvedere Futura abbandona la maggioranza. La decisione ieri, mercoledì 27 dicembre, nel corso del consiglio comunale tenutosi al Museo del Mare. Gli ormai ex dell’amministrazione, ossia Eugenio Greco, Giovanni Martucci e Filippo Perrone, non hanno trovato soluzione alcuna per poter proseguire con la squadra del sindaco Vincenzo Cascini. Il pomo della discordia è stato il Documento unico di programmazione, sul quale il primo cittadino è stato chiaro: “Nessuno ha stabilito nulla, né sul Dup, né tantomeno sulla stabilizzazione delle quattro unità lavorative. Siamo in dissesto, noi possiamo solo proporre, sarà il Ministero poi ad esprimersi. Non comprendo questa fretta, dato che c’è tempo fino al 31 Gennaio e stiamo lavorando seriamente ed in silenzio”. Ora si attende la verifica di maggioranza, al momento l’unica che potrebbe mantenere in piedi la maggioranza è Maria Rachele Filicetti.

Le ragioni dell’abbandono di Belvedere Futura

Se avessimo avuto le capacità sovrannaturali di Cassandra la Scelta del gruppo “Futura” avrebbe avuto un altro corso. Ora immaginiamo la facilità con la quale esperti di fatti nostrani e politologi di fama internazionale si sperticheranno in facili e avventati giudizi. La scelta di candidarci con Vincenzo Cascini è stata travagliata e costellata di discussioni. Abbiamo perso pezzi importanti del nostro gruppo e messo a rischio rapporti amicali. Ci ha mosso la possibilità concreta di fare le cose giuste per Belvedere, di essere determinanti per avviare processi di cambiamento reale, di lavorare a temi indispensabili per essere “europei”: la legalità, la collegialità, e la salvaguardia dell’ambiente.

La nostra Scelta, che non è stata completamente compresa e accettata dai nostri elettori, e come se non bastasse è stata ripagata, in questi 16 mesi con umiliazioni e offese dalla stessa maggioranza. In sede di accordo elettorale siamo stati garantiti dalla “parola d’onore” (e non solo una volta) del dottor Vincenzo Cascini che tutta “l’azione amministrativa sarebbe stata all’insegna della collegialità, della partecipazione, della trasparenza per ogni processo: dal più piccolo al più importante”. Che nessun altro soggetto “estraneo” alla giunta avrebbe determinato, come avvenuto in passato, scelte amministrative e politiche. Ci ha garantito che saremmo stati “squadra”, come conviene a una giunta comunale. Non è sbagliato azzardare, che ci è stato promesso che saremmo stati “quasi amici”. E invece, già all’alba della composizione della giunta abbiamo avvertito segnali opposti. Non una squadra ma singoli giocatori, ognuno e ognuna a difendere il proprio orticello, il proprio misero bacino di voti. Per contare di più, per avere più pretese. Non saremmo stati un gruppo, quindi, ma tanti giocatori costretti a dare del “Voi” al capitano. Perché, come recita il famoso conte Tacchia: “ io sono io e voi non siete un c…..”

I segnali di insofferenza e insoddisfazione li abbiamo dati in più occasione. Lo abbiamo fatto, in primis, in maniera rispettosa delle Istituzioni. La costituzione del gruppo consiliare, che qualche miope visione di qualche miope consigliere di maggioranza ha visto come uno sgarbo, altro non era che una richiesta di attenzione che, evidentemente, non è stata colta. Numerose e inaudite le nostre osservazioni, le nostre richieste, le nostre proposte. Tutte ignorate, e quelle pochissime e parzialmente accolte, sempre con travaglio e insofferenza. Le riunione di maggioranza richieste erano spesso occasioni per mostrare un clima teso, a tratti cagnesco, di cose spesso non dette, di ammiccamenti, di “ciuciu’”, di cose nascoste. Abbiamo avuto 16 mesi di pazienza, dando ampiamente prova di lealtà e responsabilità, sperando che le cose potessero mutare. Sperando che il “capitano” finalmente divenisse leader. Il Leader è uno che aggrega, uno che sa far leva sulle capacità dei consiglieri, uno che sa fare sintesi. Un sindaco con la “S” maiuscola, capace di avere una visione , un progetto. E invece…

Ci siamo ritrovati con un accordo politico programmatico non rispettato, e il massimo del cambiamento è stato proporre “scorrimento e fabbisogno”. Peccato, per lei Sindaco, che In tutti questi anni (25 almeno) nessuno si sia accorto che i problemi di Belvedere non sono la viabilità, le scuole fatiscenti (o inesistenti), un PSC dimenticato, le contrade abbandonate, un tessuto sociale sfibrato, ma quelli di assumere e promuovere… chi e perché ce lo dovete spiegare! A questa assise, ai cittadini e speriamo anche, come auspica qualcuno, alla magistratura. Che lo sappiano i cittadini! Il gruppo consiliare Belvedere Futura non è mai sceso a compromessi e patti con la coscienza. Ecco il motivo di questa nostra irremovibile e definitiva posizione.

Chi ha responsabilità da Sindaco non può permettersi due crisi in 23 mesi (agosto 2021/luglio 2023). E chi se ne rende protagonista se ne assuma le responsabilità. Non avremmo mai voluto un epilogo tanto amaro per i cittadini. Avremmo voluto governare e progettare una città migliore. Invece ci troviamo a un bivio: Votare o non votare il DUP che assicura “scorrimento e fabbisogno”. Come si fa a mandare per aria un consiglio eletto democraticamente dai cittadini per una ragione così inspiegabile? Un DUP da approvare per salvare Belvedere…

Il ricatto che siamo stati accusati di perpetrare nei confronti del Sindaco, è vero. (Anche se il termine è sbagliato). Abbiamo “ricattato”, abbiamo fortemente consigliato il sindaco chiedendogli: “O inverti la marcia, o pensiamo all’ambiente, o pensiamo alle scuole, o pensiamo ai giovani e agli anziani, o curiamo le contrade, insomma, O RISPETTIAMO IL PROGRAMMA ELETTORALE, oppure ce ne andiamo dalla maggioranza….

Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Noi a “casa” come amerà ripetere qualche “saggio consigliere” buono per tutte le stagioni, e Cascini con la sua squadra a governare le inezie, le minuzie, le pochezze. A bearsi della sagra del nulla e a trastullarsi dando numeri di risultati (vedi presenze turistiche) che non si vedono neanche con sforzo titanico. Guardatevi più spesso intorno e Chiedete più spesso alla gente quanto davvero gradiscono quello che sta accadendo…

La conclusione? Ebbene… si è persa l’ennesima occasione! Cascini, la sua vice e i fidati bracci destri non hanno saputo o voluto approfittare della nostra passione e delle nostre competenze. Si bastano da soli. Pensano di poter fare da soli perché la squadra, in realtà, non è mai esistita. Caro sindaco, caro signor Cascini, Con noi non è riuscita l’opera di ammaestramento, perché dai libri di storia e dal progresso del nostro Paese abbiamo appreso che tutti abbiamo pari dignità, che tutti sono utili e nessuno è indispensabile. Che la partecipazione è un valore imprescindibile, che da soli è più facile ma è molto più pericoloso e triste. Esistono le persone che sono espressione di dignità e diritti. Ecco, rispetti i diritti della gente senza calpestarne la dignità.

È con rammarico, ma con la serenità di chi le ha provate davvero tutte, che i sottoscritti, Eugenio Greco, Giovanni Martucci e Filippo Perrone revocano la fiducia a suo tempo concessa al Sindaco Cascini.

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