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AMBIENTE. IMPIANTO DI SAN SAGO. IL COMUNE DI TORTORA RITIRA IL RICORSO PRESENTATO AL TAR BASILICATA

“Il comune di Tortora ritira il ricorso contro il rilascio della VincA per l’impianto di San Sago presentato al Tar Basilicata”. Il consigliere di minoranza Raffaele Papa: “Scelta incredibile e inaccettabile”. Pubblichiamo il comunicato stampa di Papa.
Pare incredibile ma purtroppo è vero, il Comune di Tortora ha ritirato il ricorso al Tar della Basilicata contro l’impianto di San sago, lo ha comunicato il Sindaco nel consiglio comunale tenutosi lo scorso mercoledì 6 aprile.
La notizia lascia a dir poco perplessi e disorientati in considerazione delle tante aspettative riposte da tutti per un esito favorevole dello stesso.
È  una rinuncia che non condivido e per la quale esprimo, come consigliere comunale e cittadino, tutto il disappunto possibile.
Una decisione difficile da comprendere,  trattandosi dell’ unica possibilità per contrastare la Valutazione d’Incidenza Ambientale (Vinca) rilasciata dagli Uffici della Regione Basilicata ai fini dell’apertura dell’impianto e che ora rischia invece di aprirne le porte.
Pur non conoscendo nello specifico le sottese motivazioni, a questo punto è però legittimo chiedersi, perché è stato presentato ricorso al Tar Calabria e poi al Tar Basilicata se doveva essere ritirato?
Quali sono le cause di una decisione grave e che può essere dannosa per tutti?
Ritengo che, aldilà di ogni valutazione,  così facendo si vanificano in un solo colpo anni di battaglie condotte dalle precedenti amministrazioni, associazioni e cittadini tutti.
In attesa di Sentenza per capirne di più e meglio,  auguriamoci nell’interesse della comunità tortorese e dell’intero territorio, che si abbia bene in mente cosa fare per contrastare ancora la riapertura, ben coscienti che non servono strategie che a nulla approdano ne semplici  giustificazioni o scuse di circostanza,  ma atti concreti per impedire ciò che non accadeva ormai da anni, e cioè il pieno funzionamento di un depuratore di rifiuti speciali tossici, nocivi e pericolosi sul Fiume Noce a pochi chilometri dalle nostre spiagge e dal nostro mare.
Spesso l’eccessiva superficialità o menefreghismo conducono al baratro, ma il dado è tratto ed il danno potrebbe essere compiuto.
Oggi siamo più deboli sia nei confronti degli uffici regionali che dovranno autorizzare gli impianti e sia verso coloro che li vogliono aperti e funzionanti, ma si riprenda la lotta, si recuperi per quanto possibile,  ma non più con armi spuntate e soprattutto senza alcuna resa prestando la massima attenzione ad una problematica maledettamente seria che potrebbe segnare irrimediabilmente il futuro del comprensorio e delle persone che lo vivono.
Di fronte a ciò, tutto il resto oltre che noia è perdita di tempo.
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