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‘Ndrangheta. Svolta nell’omicidio Gaetani: tre ordinanze per mafia e armi da guerra

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Nella mattinata di oggi, martedì 30 settembre, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Cosenza, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno notificato tre ordinanze di custodia cautelare a detenuti già ristretti presso le carceri di Cuneo, Novara e Lanciano (CH). Il provvedimento, firmato dal GIP del Tribunale di Catanzaro, arriva al culmine di una lunga e articolata indagine sul brutale omicidio di Giuseppe Gaetani, freddato a colpi di pistola a Cassano allo Ionio la sera del 2 dicembre 2020.

I reati contestati sono omicidio premeditato, detenzione e porto abusivo di armi da guerra e comuni da sparo, tutti aggravati dalla finalità mafiosa. Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla DDA e sostenute da dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, il delitto sarebbe stato pianificato e messo in atto da un commando armato, giunto sul luogo del delitto a bordo di un veicolo furgonato.

Giuseppe Gaetani fu raggiunto da numerosi colpi d’arma da fuoco mentre si trovava a bordo della sua auto, a pochi metri da casa. Un’esecuzione in piena regola, messa in atto con armi da guerra e con un’organizzazione militare, per eliminare un bersaglio ritenuto scomodo nell’equilibrio criminale della zona.

Secondo gli inquirenti, il delitto sarebbe stato orchestrato per rafforzare l’egemonia delle cosche ‘ndranghetiste “Abbruzzese” e “Forastefano” sull’intero territorio della Piana di Sibari. Una mossa di potere e intimidazione, tipica delle dinamiche mafiose più feroci.

Le ordinanze cautelari – è bene sottolinearlo – sono state emesse nella fase delle indagini preliminari, e le accuse dovranno reggere nel successivo confronto processuale. Tuttavia, secondo la ricostruzione della Procura, due degli indagati avrebbero partecipato direttamente alla pianificazione dell’omicidio; un terzo avrebbe garantito il supporto logistico al commando prima e dopo l’azione omicidiaria. Inoltre, uno dei due collaboratori di giustizia avrebbe ammesso di essere stato l’esecutore materiale del delitto, agendo in concorso con altri soggetti al momento non identificati.

Le dichiarazioni dei collaboratori sono state incrociate con dati emersi da precedenti filoni investigativi, ricostruendo un quadro che, secondo gli inquirenti, regge sul piano della gravità indiziaria.

L’omicidio di Gaetani – che all’epoca scosse profondamente la comunità di Cassano allo Ionio – rientrerebbe dunque in un disegno strategico più ampio: la gestione del potere mafioso sul traffico di droga, sulle estorsioni e sull’intera economia illegale della zona, storicamente contesa tra gruppi criminali legati alle due potenti cosche.

L’azione odierna conferma ancora una volta la pervasività della ‘ndrangheta calabrese, capace di pianificare e ordinare omicidi anche mentre i suoi membri sono già ristretti nelle carceri italiane. Un sistema criminale che si nutre di silenzi, vendette e controllo militare del territorio.

Il procedimento è ancora in corso, ma la DDA di Catanzaro e i Carabinieri di Cosenza sembrano intenzionati ad andare fino in fondo. Giustizia e Stato, per una volta, hanno colpito prima che l’oblio calasse su un altro delitto di mafia.

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